Paolo

Della celiachia sapevo molte cose, perchè la mia ex moglie è anche lei celiaca. Conoscendo abbastanza bene la malattia forse avrei potuto o dovuto chiedere tempo prima al mio medico di fare le analisi delle transglutaminasi, ma siccome non perdevo peso e gli altri parametri erano nella norma nè io nè il medico sospettavamo che potesse trattarsi di celiachia. Quando il dietologo che mi stava seguendo a suo tempo (ho un disturbo alimentare che mi causa obesità grave, oltre ad essere anche bipolare) mi ha comunicato la diagnosi, ho provato un vero sollievo: avevo finalmente raggiunto un punto importante, ovvero sapere perchè stavo male, e pur essendo perfettamente a conoscenza di tutte le limitazioni che avrei dovuto osservare non riuscivo a non essere contento. Col tempo ho ripreso piena confidenza con la lettura costante delle etichette degli alimenti, con la procedura per ottenere gli alimenti in farmacia e poi dopo nei supermercati convenzionati, con i locali del territorio (sempre pochi purtroppo) che aderiscono al programma dell'Associazione. Ma soprattutto mi sono reso conto che tutti questi strumenti e attenzioni che noi celiaci abbiamo a disposizione non si possono dare per scontati, sono infatti frutto di tanti anni di lavoro delle persone che fanno parte dell'AIC, e per questo ho deciso di dare il mio piccolo contributo associandomi. Colgo infine l'occasione nello scrivere queste righe per ringraziare il personale e i volontari dell'Associazione, ma anche tutte le persone che gestiscono attività, più o meno specializzate, di vendita di prodotti e di ristorazione Senza Glutine: la nostra non è una condizione impossibile da vivere, c'è di molto peggio, ma il vostro lavoro migliora sensibilmente la nostra qualità di vita, ed è giusto riconoscerlo.

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