Laura

Mi hanno diagnosticato la celiachia all'età di 8 anni. Quasi ogni notte avevo forti crampi addominali, ero molto magra (al limite dell'anoressia) e ritardavo a svilupparmi. La diagnosi è stata a dir poco fortuita: il pediatra decise di inserire nei vari esami di controllo anche quelli per la celiachia, all'epoca non molto conosciuta. Ed eccomi qua a 26 anni perfettamente sviluppata e anche con qualche chilo di troppo. Il lavoro di AIC di divulgazione dell'informazione credo sia stato e sia la cosa più preziosa. Da adolescente provavo vergogna nel far presente al ristorante la mia situazione. Molti locali non sapevano neanche cosa volesse dire "senza glutine" e, inconsciamente, mi mettevano a disagio con le loro domande nel dover esplicitamente mostrare la mia diversità. Oggi, nella stragrande maggioranza dei casi, è possibile avere un dialogo e non più un monologo con il cameriere. L'informazione è la base per poter vivere con serenità la celiachia. Sono andata in Erasmus, ho vissuto in un'altra città, ho una vita sociale piena e soddisfacente. Ai giovanissimi che scoprono di avere questa malattia vorrei solo dire che non c'è nulla che non si possa fare rispetto a chi non ha questo impedimento. Basta solo uscire dalla propria confort zone. A coloro, invece, che sono vicini a un giovane celiaco vorrei suggerire di lasciarlo libero di fare le sue esperienze, senza angustiarlo. L'associazione ha fatto grandi passi avanti in tutti questi anni e sta costantemente lavorando per fornire gli strumenti affinché chiunque, celiaco o meno, possa combattere ad armi pari questa malattia.

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